
Itinerario di Capo Poro
Sentieri interessati nella cartografia: 39, 40
Tempo di percorrenza: 2h a/r (3 h con deviazione a Galenzana)
Itinerario mtb o cavallo: Qualche tratto richiede un po' d'attenzione.
Itinerario di Capo Poro
Ci troviamo sul selvaggio promontorio che chiude a ovest il golfo di Campo. La passeggiata val la pena per raggiungere una delle spiagge più belle dell'Elba, Galenzana, e il caratteristico faro di Capo Poro, dalla cui sommità si domina uno splendido panorama su buona parte della costa meridionale dell'isola.
Partiamo dal porto di Marina di Campo, su cui domina la piccola e graziosa torre, che qualcuno vuole di origine pisana. Imbocchiamo la via Bellavista, la più caratteristica del centro storico campese, una scalinata che ci porta nella parte alta del paese. Proseguiamo finché essa non diventa che un viottolo sterrato, ombreggiato da una bella pineta che sovrasta il promontorio della torre anzidetta. In breve giungiamo a una strada. Abbandonate anche le ultime case del paese la sterrata ci conduce in qualche decina di metri a un bivio, in località Formicaio.
Basterà un'oretta per compiere una deviazione (a sinistra) verso la spiaggia di Galenzana. Il primo tratto prosegue su una stretta sterrata scarsamente trafficata, tra una macchia bassa che ci consentir qualche primo scorcio sulla nostra meta. Arrivati a una graziosa cappellina, si devia a sinistra su un sentiero protetto da palizzate che in meno di dieci minuti ci conduce alla cala, tra una folta macchia a ginestre, bassi lecci e alaterni. L'arenile purtroppo negli ultimi anni ha subito una forte erosione ed è oggi ridotta in due tronconi. Tuttavia mantiene un certo fascino selvaggio, solo in parte incrinato da una vecchia villetta alle sue spalle. Possiamo percorrere tutto il suo arco fino al molo a punta Bardella, che chiude uno specchio d'acqua bassissimo, dove ogni tanto può sostare qualche uccello. Nel retro spiaggia, tra fine primavera e inizio estate, si può notare qualche interessante fioritura, prima fra tutti quella del giglio di mare. Proprio di fronte a noi si para la vista su Marina di Campo, con la torre del porto a vigilare sulla spiaggia.
Tornati al bivio del Formicaio proseguiamo sul sentiero 40, verso Capo Poro, che corre in leggera salita. Dopo poche decine di metri, incontriamo una prima deviazione sulla destra che conduce a Marina di Campo: nel cammino di ritorno essa può rappresentare una variante nel riscendere al paese. Proseguiamo costeggiando il muro di recinzione di una villetta su cui è apposta una lapide: si tratta di un omaggio alla bellezza di queste coste, a opera di un anonimo viandante. In questo tratto la macchia bassa ci permette di ammirare dall'alto tutta la verdeggiante zona di Galenzana con la sua baia.
Il cammino prosegue in quota (circa cento metri) e in saliscendi, senza particolari difficoltà. La selvaggia vegetazione alterna macchia alta a leccio, a quella più bassa a ginestre e lentischi, che ogni tanto ci permette di buttare un occhio sulla costa sottostante. Arrivati a un piccolo rudere sotto la lecceta, il sentiero inizia a salire decisamente: affrontiamo un dislivello di circa cinquanta metri verso monte Poro. Il tracciato prosegue sul crinale del promontorio, tra un'invadente macchia a mirto e ginestra spinosa, che in primavera inebria con i suoi aromi. Su questo tratto possiamo avere uno scorcio sulla dirupata costa occidentale della punta, che si spinge fino alla lingua di terra del promontorio di Fetovaia.
Giunti alle prime buche nel terreno, in cui si intravedono i prigionieri che servivano a fissare i pezzi d'artiglieria, abbiamo la certezza che siamo vicini al faro. Quassù infatti, durante la seconda guerra mondiale si trovava una postazione militare che vigilava sul golfo di Campo. In cima all'altura (158 metri) si trova il rudere di una caserma, con la sua sottostante cisterna; e a destra di esso, la piccola struttura del faro. In cemento e metallo, dentro di essa è ben visibile la potente lanterna.
Il panorama che ci si para davanti è superbo: buona parte della costa meridionale dell'isola, da Fetovaia alle lontane ferite rosseggianti della miniera di Capoliveri; sotto di noi Marina di Campo e sullo sfondo Capoliveri; e all'orizzonte le isole di Pianosa, Montecristo e i contorni montuosi della Corsica. Dopo esserci presi il giusto tempo per la sosta, e magari per aggirarci tra le piazzole dell'artiglieria che degradano verso la punta, intraprenderemo il percorso di ritorno sui nostri passi.