Itinerario da Filicaie a Patresi
Sentieri interessati nella numerazione ufficiale: 5 (in parte), 6 (in parte), 28 (in parte), 10 (in parte), 3 (in parte), 27
Durata complessiva: 7h
Itinerari mtb o ippico: Anche se alcuni tratti sarebbero percorribili a cavallo o in bici, generalmente non è consigliabile affrontarlo con questi mezzi
Itinerario da Filicaie a Patresi
Dalla biforcazione del GTE ai piedi del Capanne, prendiamo invece a destra, seguendo il sentiero 5. è Il sentiero corre in quota sulle pendici orientali del Capanne, con splendide visuali sulla valle della Nivera, coperta da castagneti. Ben presto arriviamo al sentiero 1, che a sinistra sale sul monte Capanne. Noi invece scendiamo a destra su una ripida discesa. Arriviamo a un altro incrocio (770 metri), in prossimità di un caprile, dove deviamo a sinistra sempre in discesa e sempre sul sentiero 1.
Giunti su un sentiero che corre in quota, lo seguiamo girando a destra, sotto la bella lecceta di Vallegrande. Iniziamo così un lungo sentiero che corre costantemente a quota 650 metri, largo e ben tenuto. La vegetazione, a causa del suolo roccioso, è qui molto bassa e a macchia di leopardo, dovendo cercare spazi vitali tra lastroni granitici. Belli ma pungenti sono i tappeti di ginestra aspalatoide, che in primavera si coprono di giallo. Le eriche invece sono basse, costantemente piegate dal vento. In giugno con un po' di fortuna si possono ammirare le rare e spettacolari fioriture di giglio rosso. In qualsiasi periodo invece si gode dei panorami su Marciana e Poggio.
Superato il fosso di Pedalta, il sentiero sale leggermente fino a un bivio. Qui affrontiamo il secco tornante a sinistra, che ci fa salire decisamente verso le aspre vette del massiccio. Dopo una serie di piccoli tornanti, chiamati le Zete, arriviamo sul crinale, a oltre 900 metri, tra la Tabella e la Tavola. Questo è un ottimo punto d'osservazione sia sul versante settentrionale che su quello meridionale del monte Capanne, la cui vetta troneggia a oriente, con la sua brutta aureola di antenne.
La discesa impone attenzione, tra giogaie granitiche che se bagnate possono rivelarsi infide per scivolate e storte. La vegetazione, dapprima a gariga, diventa via via un po' pi alta, ma non tanto da proteggerci dalla calura estiva. In questa zona è da prestare attenzione all'avifauna, soprattutto i rapaci nelle loro evoluzioni aeree. E sono frequenti gli incontri anche con branchi di mufloni.
In località la Terra arriviamo a un bivio e svoltiamo a destra. Il sentiero che intraprendiamo in leggera salita, in mezzo a una vegetazione bassa, da cui svetta qualche raro castagno sfuggito agli incendi. Da qui abbiamo una bella visuale sulle valli di Chiessi, in buona parte coperto dall'altura del Capo. Si attraversa località San Frediano, che prende il nome da una chiesetta suffraganea pisana, oggi ridotta ai muri perimetrali. Volendo si possono raggiungere i suoi ruderi con una piccola deviazione a monte, ma poiché essa non è segnalata e di difficile approccio, è meglio non avventurarsi nella macchia alla cieca.
Al Troppolo (690 metri), in prossimità di un'area sosta attrezzata, continuiamo sul sentiero in quota, in primavera vivacizzato dai grappoli di fiori gialli della ginestra dei carbonai. Su un ottimo fondo, che dimostra essere stato questo un percorso principale fino a qualche decennio fa, arriviamo alla fonte del Bollero, con un'immaginetta della Madonna vicina. Qualche metro prima abbandoniamo il tracciato in quota per scendere decisamente su un sentiero che costeggia un acquedotto. Iniziamo così a scendere via via sempre agevolmente all'interno della valle di Patresi, tra una lussureggiante vegetazione, costituita da lecci nell'alta valle e da castagni in fondo. Belle in primavera sono le fioriture di scille e anemoni appennici, la cui scala cromatica varia dal bianco all'azzurro intenso. Da segnalare lungo il fosso anche l'Osmunda regalis, felce altrove rarissima e invece abbastanza facile avvistare negli alvei elbani. E' possibile incontrare in questa valle cinghiali da soli o in gruppi.
Al termine del tracciato, attraversiamo l'uviale di Patresi per trovarci sulla strada provinciale, all'imbocco del ponte. Per raggiungere il centro abitato occorre seguire per qualche centinaio di metri la strada verso destra.