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Isola d'Elba / Forte Focardo

Posizione: Forte Focardo

Si trova sulla costa orientale del promontorio capoliverese, sulla punta tra la spiaggia di Naregno e Capo Perla. Dista circa tre chilometri dal paese di Capoliveri. E abbastanza facile raggiungerlo per quanto non ben segnalato.

Dalla strada asfaltata per Capo Perla si stacca sulla sinistra una stretta deviazione senza alcuna indicazione, in gran parte sterrata. Molto più semplice e suggestivo è arrivarvi a piedi dal sentiero che parte dall'angolo meridionale della spiaggia di Naregno e passa sotto una pineta, regalando begli scorci su Porto Azzurro.

Dal sentiero, in prossimità del forte, una deviazione lastricata permette di scendere al piccolo approdo e a una spiaggetta. Da questo versante, come da quello opposto di Capo Perla, si hanno i migliori scorci sulla nostra opera. Il forte non è visitabile all'interno, in quanto proprietà della marina militare..

L'edificio: Forte Focardo

Il forte non è di grande estensione: i lati misurano una quarantina di metri. In gergo militare sarebbe più appropriato definirlo una ridotta.

Di forma quadrilatera, a fronti tanagliati di cui due intramezzati da lunette, su tre lati poteva contare su un'ulteriore difesa naturale: l'alta scogliera. Il punto più esposto era il lato di terra, tanto che fu necessario scavare un fossato nella roccia viva. I bastioni angolari sono a spigolo appuntito, tranne quello sud, che è arrotondato.

In realtà si tratta di una ricostruzione maldestra che ha snaturato l'armonica pianta stellare del forte, poiché le mura di questo angolo furono cannoneggiate durante la seconda guerra mondiale. I bastioni sono costruiti a scarpa fino al cordolo, ma soprattutto sul lato ovest poggiano sullo scoglio che lambisce il mare. Il lato nordovest poggia su un enorme e suggestiva volta a causa di una faglia nella scogliera.

L'ingresso è sotto il bastione nord: superato un primo cancello (vigilato da due feritoie) che si apre su un'alta cortina, si giunge, tramite una rampa, al portone principale che accede all'interno della piazza. Originariamente al primo portone si arrivava solcando un ponte levatoio sul fossato.

Disponeva di quindici cannoniere, con feritoie strombate, e quattro garitte (oggi ne rimangono solo due). I camminamenti dei parapetti che guardano il lato di terra sono rialzati rispetto al piano di calpestio del resto del forte, e quindi si raggiungono con scalette in muratura.

Il forte è costruito in muratura mista a pietrame e ciottoli di calcare rosa del luogo. In alcune opere di sostruzione furono impiegati filari di pietra.

La guarnigione era composta da una cinquantina di soldati, ma gli alloggi erano sufficienti per un numero doppio.

Gli edifici interni sono stati in parte ristrutturati in locali di servizio del farista, in parte lasciati all'abbandono. L'attuale abitazione originariamente era divisa in quattro vani che ospitavano due magazzini, una caserma e la sala di disciplina. La struttura nel lato nord-est era adibita a caserme per i soldati, la casa del guardia batterie e un sotterraneo. Completamente distrutta è la costruzione delle cucine. Nel forte vi erano naturalmente anche una cisterna, un corpo di guardia vicino l'ingresso e il magazzino della polvere, nella garitta del bastione sud. L'ultima aggiunta è il faro. Situato sul bastione est, fu costruito con il calcare rosa di Portoferraio.

Interessante è la lapide posta sul muro dell'ingresso interno. Purtroppo malridotta dal tempo, permette ancora di leggere in spagnolo: Anno 1678: regnando la magnificenza dell'invitto Carlo II re degli spagnoli, Fernando Gioacchino Foscardo da Roquenes e Zuniga, marchese e viceré e capitano generale del regno di Napoli, ordinò di incominciare e di portare a termine questo forte, essendo governatore della piazza di Longone, per sua maestà , il maestro di campo don Ivan Manuel de Campo de Bajo e lo disegn il maggiore Alejandro Piston, ingegnere dei presidi di Toscana per sua magnificenza.

La storia: Forte Focardo

Come riporta la lapide sopra descritta il forte fu fondato nel 1678, e prende il nome da chi lo volle, Foscardo, poi corrotto in Focardo.

Fu costruito per chiudere a sud l'imbocco del golfo di Longone, e formare con il fratello maggiore dirimpetto un fuoco incrociato di sbarramento in caso di forzatura navale.

La ragione per cui fu costruito oltre settanta anni dopo dalla piazzaforte di San Giacomo si deve ricercare negli assedi del 1646 e 1650. Nel primo caso il presidio spagnolo fu espugnato dai francesi, che riuscirono ad applicare un efficace blocco navale.

Quattro anni dopo, alla riconquista iberica della piazza, ciò si accorse della pericolosità della frastagliata e poco vigilata costa meridionale, che offriva promontori e piccole baie utilissime a tenersi al coperto dal fuoco del forte di Longone.

Così fu decisa la costruzione del Focardo, tirato su in appena due anni, sotto il progetto e la direzione dei lavori del maggiore Alejandro Piston. La prova del fuoco arrivò nel 1708, durante la guerra di successione spagnola che insanguinò anche le nostre riviere. Sbarcato all'Elba un contingente imperiale, agli ordini del generale Valles, inizi un assedio alle due piazze. Dopo quattro mesi gli imperiali decisero di sferrare l'offensiva al nostro forte.

L'attacco fu comandato dal capitano Fabris. Probabilmente l'espugnazione sarebbe riuscita se non fossero arrivati proprio in quel momento rinforzi franco-spagnoli. Organizzata una controffensiva non solo il forte fu salvato, ma vennero fatti molti prigionieri nemici, Fabris compreso.

Di lì a poco anche il resto dell'esercito imperiale fu costretto ad alzare bandiera bianca. Nel 1799 è l'esercito francese a porsi in assedio.

La piazza era adesso, come la sorella maggiore, sotto le insegne del regno di Napoli, dopo che questo si era costituito autonomo da Madrid nel 1759, tenendosi i presidi toscani.

Questa volta per il forte non aveva la benché minima possibilità di reggere l'urto: la scarsità di munizioni e di uomini, e la debolezza sul lato di terra non promettevano niente di buono. così quando i transalpini montarono una batteria al Gualdo, a poche centinaia di metri da esso, la guarnigione, comandata da Emanuele Pone de Leon, fu costretta a smobilitare e ripiegare via mare a Longone, dopo aver neutralizzato i cannoni del forte e sotto una grandinata di colpi nemici. Il 26 aprila 1814 al Focardo si registra un fatto di cronaca: un gruppo di esagitati capoliveresi prese d'assalto il forte, saccheggiandolo. In quei giorni infatti all'Elba si respirava un clima di sommossa antifrancese dopo il tracollo napoleonico.

Tuttavia i forti stavano perdendo progressiva importanza a causa delle tecnologie belliche sempre più evolute.

Troviamo anche il Focardo sempre meno militarizzato. Sandro Foresi riferisce che nel 1848 il forte fu rifugio di patriotti maremmani. Ma l'avvenimento saliente di quell'anno è la costruzione del faro, che entrò in funzione il 15 agosto. Nel 1863, sia il faro che il forte passarono alla marina militare, mentre il 1 maggio 1870 fu classificato come faro di quarta categoria ad acetilene e della portata luminosa di 18 miglia.

Esso fu affidato a un guardiano, che abitava nel ristrutturato edificio spagnolo al centro della ridotta.

L'unico avvenimento degno di nota del Novecento è il soggiorno nel forte del più grande scrittore di mare italiano, Raffaello Brignetti, poiché il padre era qui farista negli anni 1920.

Curiosità: Forte Focardo

Come ricordato sopra, al Focardo pass parte della giovinezza Raffaello Brignetti. Nato all'isola del Giglio il 21 settembre 1921, fin da piccolissimo seguì il padre, dipendente del ministero della marina come farista, nei suoi continui spostamenti da un fanale all'altro dell'arcipelago toscano.

Al Focardo maturò quelle esperienze che lo portarono a essere il più grande scrittore di mare italiano. Ogni mattina con il fratello maggiore si recava in barca nella vicina Portolongone (oggi Porto Azzurro), dove frequentava la scuola elementare.

E le giornate le passava a esplorare ogni anfratto della zona, a pescare, a vivere il mare.

In un ricordo autobiografico descriver il Focardo così: Del castello aveva la solitudine, le mura ricciute di capperi e di fichi selvatici, di lentischi, di altre piante antiche.

Foto: Forte Focardo

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