Si trova nella parte alta del paese di Marciana, quasi a torreggiarlo. Si raggiunge facilmente salendo a piedi le ripide e suggestive scalinate del borgo, tra scorci caratteristici e piazzette ombreggiate.
Vi si può arrivare anche per una strada asfaltata panoramica e lasciare l'auto nel parcheggio antistante la fortezza.
La visita è regolamentata e a orari precisi, ma limitata alla sola stagione turistica.
Il piazzale interno spesso in estate fa da suggestivo scenario a incontri culturali e spettacoli musicali
Il castello è una delle strutture militari più interessanti dell'Elba. L'edificio è in forma quadrangolare con bastioni angolari e lati tenagliati, con cordoli. I lati misurano circa 20 metri. I bastioni hanno mura a scarpa sotto il cordolo. In alcuni si aprono bocche da fuoco. Sul bastione sud-est spicca ancora la forma cilindrica di una garitta. I bastioni alti sono ancora in gran parte leggibili, tanto che nella parte superiore si notano le cannoniere. Nei parapetti che guardano verso il paese solo in alcuni spezzoni si aprono ancora feritoie di tiro. Per quanto rovinato nei parapetti superiori e in altre sue parti (soprattutto la cortina est è mancante di parte del cordolo), è ancora sostanzialmente ben conservato e salvaguardato.
A causa del dislivello, per quanto leggero, del suolo i bastioni sono tutti a quote diverse. Per la stessa ragione le mura sono in pendenza. L'inclinazione si fa più sensibile nelle cortine tra i bastioni settentrionali e quelli meridionali, posti su curve di livello diverse. Questa pendenza si nota anche all'interno. Per creare un piano di calpestio più livellato possibile si è sbassato il suolo della parte sud, per terrapienare quella nord: così a meridione si nota perfettamente il punto di appoggio delle murature sulla roccia viva granitica, venuta alla luce dall'intervento suddetto.
L'ingresso principale si apre sul lato nord, di fronte alle case più alte del borgo. Vi si accede tramite una scala in muratura breve ma ripida. Un altro ingresso si trova sul lato opposto, verso monte, sul bastione angolare sud-ovest. più piccolo dell'altro, attualmente questo è sbarrato. Gli ambienti coperti sono tutti nel lato a monte.
Oggi la visita permette, tramite passerelle metalliche, di ripercorrere il cammino di ronda almeno per buona parte del circuito murario, con una bella visuale sul paese e la verdeggiante vallata che degrada verso Marciana Marina.
Val la pena soffermarsi, nella visita all'esterno, sul secolare castagno che è cresciuto sul lato occidentale delle sue mura, vicino al parcheggio. Si tratta di un autentico monumento vegetale, forse non vecchio come le murature che ne fanno da riparo, ma certamente testimone di una buona fetta delle vicende storiche della rocca.
E' palesemente ritenuto che l'opera fosse fondata nel XII secolo dai pisani, anche se non mancano dubbi su ci. Le caratteristiche costruttive che oggi notiamo sono infatti genuinamente rinascimentali: su tutte il cordolo. Molti, in base a questa mancanza totale di indizi, si sono spinti a negare le origini pisane, ponendo la fondazione all'epoca appianea.
In effetti nei documenti medievali mai viene citata questa fortezza, e solo gli eruditi moderni hanno avallato la sua origine pisana. In particolar modo lo storico elbano Giuseppe Ninci, che afferma: Ammessa pertanto l'avvisata tradizione, e data un'occhiata intelligente a quei luoghi; pare che richiamar si possa a quell'epoca; la fabbrica della fortezza dominante la terra di Marciana. Pare, appunto, come ammette egli stesso.
Anche l'unica notizia storica che ciò giunge sul castello, riportata dallo stesso studioso, a sollevato non pochi dubbi. Nel 1290 i genovesi tentarono di impadronirsi dell'Elba, per strapparla agli invisi pisani. Part così una flotta di sessanta navi, al comando di Niccol Boccanegra, a cui i toscani non poterono opporre molta resistenza, fiaccati dalla recente sconfitta della Meloria. Ninci afferma che gli elbani, sebbene carenti di fortificazioni e lasciati soli, organizzarono una strenua resistenza. E teatro principale di essa sarebbe il forte di Marciana. Non sono dello stesso parere altri storici, che molto più sensatamente designano Capoliveri, anch'essa dotata di mura castellane, e peraltro vicinissima al luogo dello sbarco genovese (Longone).
Di sicuro c'è che negli anni 1450 la fortezza fu interessata da lavori (di ristrutturazione o fondazione?), voluti dagli Appiani. I principi di Piombino tenevano in grande considerazione Marciana, avendone fatto il loro buen retiro. Fu soprattutto sotto l'impulso del principe Jacopo III che le difese dello stato si andarono rafforzando. Le fortificazioni gi esistenti, come il Volterraio, furono rimodernate, mentre sicuramente un'altra fu edificata ex novo, Torre del Giove.
Non si conoscono episodi bellici di rilievo che interessano la fortezza. Eppure gli assedi non dovettero mancare, specialmente alla metà del Cinquecento, l'epoca delle grandi scorrerie turchesche, quando i marcianesi sciamavano tra le sue mura per salvare vite e averi, e assistevano con terrore alle devastazioni delle loro case, a pochi metri di distanza, e agli assalti forsennati ai suoi bastioni.
Dicevamo che vi sono molti dubbi sull'origine pisana del castello. Cosa che coinvolge altre due opere fortificate elbane: le torri costiere di Marciana Marina e Marina di Campo. Anche la loro struttura edilizia non ha niente di medievale e tutto di rinascimentale, tanto che gli studiosi meno inclini alle opinioni comuni pongono la loro nascita al breve periodo (dal 1552 al 1557) di dominazione medicea su tutta l'isola.
Per quanto riguarda il nostro forte l'elemento più evidente di chiara epoca rinascimentale è il cordolo, che circonda totalmente la struttura. Rino Manetti ritiene riferibile al XVI secolo il coronamento a troniere per utilizzare l'artiglieria, anche se la notevole altezza delle pareti non favoriva una difesa ravvicinata. E lo stesso autore rileva anche l'articolazione volumetrica in relazione all'andamento inclinato del terreno, con elevazione non eccessiva, caratteristica questa nata con il massiccio uso del cannone negli assedi.
Poco significativa è la struttura a scarpa delle mura, poiché sebbene largamente ricorrente nel Rinascimento, appaiono anche in castelli medievali, soprattutto dopo il largo uso dell'esplosivo negli assedi del XII-XIII secolo. La scarpa non impediva la difesa piombante, aggiunge Manetti, anzi gli conferiva un particolare effetto specie se gettata dai merli a sbalzo. E non suggerisce molto anche l'impianto planimetrico, abbastanza conforme agli stili sia del Medioevo che del Rinascimento.