Si trova nella parte superiore del centro storico di Portoferraio, sulla cima della collina più alta (79 metri) del promontorio su cui sorge la citt. Molto belli gli scorci panoramici che si possono godere dagli spalti esterni.
Si raggiunge facilmente da ogni parte del centro, tramite vie e scalinate ripide. Come la vertiginosa salita del Falcone, o le panoramiche via del Falcone e via degli Altesi, con i loro bei scorci sulla città. L'ultimo tratto, in salita e su cemento, che conduce all'ingresso principale, parte dalla caratteristica struttura a capanna di una polveriera del 1745, con i suoi quattro svettanti parafulmini, oggi riadibita a scopi moderni.
Dall'ingresso si può percorrere un bel sentiero sulla destra, oltre un cancello. Il percorso, che potrebbe essere meglio valorizzato, costeggia una parte dello spalto esterno, sotto una bella pineta, che lascia intravedere qualche scorcio sulla costa sottostante, soprattutto le spiagge delle Viste e delle Ghiaie. ciò si può affacciare anche dai parapetti di bastioni, cortine e salienti.
Insieme al forte Stella e la torre della Linguella, è il caposaldo del sistema difensivo della piazzaforte medicea di Portoferraio. La struttura occupa un'area di 1726 metri quadrati.
La forma è irregolarmente quadrilatera, con lati tenagliati, di cui tre leggermente concavi. Questi sono protetti da un fossato secco, a cui si accedeva da due androni esterni. Il quarto lato, quello meridionale, d direttamente sul fronte di terra, ed una tenaglia formata da due mezzi baluardi: fu quello costruito per primo da Bellucci.
L'ingresso, che si apre sul lato est, è protetto da un cosiddetto tamburo, in cui si aprono feritoie. Sul portone è posta una lapide in marmo che reca scritto: TEMPLA MOENIA DOMOS ARCES PORTUM COSMUS FLORENTINORUM DUX II A FUNDAMENTIS EREXIT A. MDXLVIII.
Davanti al fronte nord c'è un cammin di ronda sulla cortina che prende il nome del suo progettista, Gabrio Serbelloni. Si tratta di un fronte con un puntone tenagliato al centro e due mezzi baluardi con orecchione ai lati. Il terrapieno è sostenuto da muri e contrafforti su due livelli. Il cammin di ronda è sorretto da arcate, utilizzate in passato da ricoveri. Dal fronte si accedeva al forte Falcone tramite un ponte levatoio, protetto da un cancello.
Sui quattro angoli dei baluardi erano presenti garitte di guardia. Oggi ne sono rimaste due: quella nord-est (originale del Settecento, con la sua bella croce lorenese) e quella sud-ovest (ricostruita nel dopoguerra).
All'interno del forte vi sono molte costruzioni, ma quasi tutte sono state realizzate nel Novecento. Infatti da quando il forte è passato alla marina militare sono state apportate discutibili modifiche che hanno falsato l'aspetto originario. Furono riadeguati i vani interni gi presenti, soprattutto sui lati nord e ovest, e costruito un edificio a due piani, in cui furono ricavati degli alloggi: ma soprattutto la cui edificazione ha imposto la modifica dell'atrio interno del forte per consentirne l'accesso. Altre piccole costruzioni sono state realizzate sul piano di calpestio. Attualmente tutti questi locali sono stati restaurati per il riutilizzo civile e commerciale della struttura.
In origine il forte era stato concepito in maniera diversa. I locali erano quasi tutti sotterranei, in modo che il piano di calpestio, a circa due metri d'altezza dal suolo naturale, potesse essere il più possibile libero per garantire il massimo spazio di manovra in caso di assedio. I vani erano divisi in magazzini, prigioni e alloggi per il genio. Si affacciavano tutti su una corte interna ed erano coperti da volte a mattoni, a botte e a crociera. Originariamente, superato l'ingresso, si percorrevano due rampe di scale in linea: la prima permetteva di raggiungere la corte interna e quindi gli ambienti coperti; con la seconda si giungeva al piano di calpestio superiore. Furono costruite anche due cisterne per il fabbisogno idrico della struttura.
Come lo Stella il Falcone fu costruito con mattoni d'argilla. Per questo le due opere assumono il caratteristico colore rossastro che risalta sul biancore dei bastioni circostanti
Il Falcone fu progettato da Giovan Battista Bellucci. Questi tracci le fondamenta dell'architettura campale, iniziando a costruire il fronte sud, ma l'opera fu proseguita e completata da Giovanni Camerini, il costruttore ufficiale della piazzaforte.
E' indubbio che questo forte fosse il punto nevralgico della difesa della piazza nel lato di terra. Esso infatti l'opera culminante del sistema di bastioni che formano il fronte d'attacco e scendono a gradoni fino al mare, in un poderoso sbarramento contro gli attacchi da terra. Ma non solo: è anche in posizione privilegiata per contrastare i bombardamenti dal mare aperto e dalla rada.
Il forte deve il suo nome, secondo la tradizione colta, dall'altezza su cui sorge, a vigilare su tutto come un falco.
Nel 1558 lavorò al forte Gabrio Serbelloni, uno degli ingegni militari più eminenti, che per un breve periodo operò a Portoferraio. Realizzò un fronte esterno che prese il suo nome.
Nel 1745 furono costruite due polveriere sotto gli spalti del forte, sul lato della città. Di uguale grandezza, entrambi gli edifici erano a prova di bomba, ben capienti, dal soffitto a volta e protetti da un recinto. L'acqua piovana veniva incanalata e raccolta in una cisterna.
Nel periodo granducale il forte fu utilizzato come carcere politico. L'ospite più illustre di esso è Francesco Domenico Guerrazzi che vi trascorse una detenzione nel 1848. Proprio in questa occasione scriver forse la sua opera più famosa, La predica del venerdì santo.
Nel Novecento il forte non perse la vocazione: rimase infatti al demanio militare, e per molti anni fu sotto la pertinenza della marina.
Nel 1997 l'area è passata al comune di Portoferraio, e dieci anni dopo è stato avviato il restauro per il riutilizzo civile del forte, che per la prima volta nel 2011 lo ha aperto a tutti i visitatori
E' interessante analizzare il primo mese della fondazione di Portoferraio, e soprattutto il passaggio di consegne tra i due ingegneri artefici della piazzaforte.
Il 10 aprile 1548, a pochi giorni dalla risolutiva decisione di fondare la sua città all'Elba, il duca chiamò d'urgenza Giovanbattista Bellucci per dargli incarico di partire per Portoferraio e farvi rilievi topografici. Secondo d'Ayala fu convocato Camerini, che in quel momento lavorava ai forti di Piombino, e che si recò all'Elba insieme all'ingegnere Niccolò Maganotto. In ogni caso appare evidente che Cosimo aveva già le idee chiare sulla scelta del posto. Altrettanto evidente appare il fatto che a Firenze non fosse stato pianificato alcunché circa il progetto della piazza, rendendo chiaro che il Medici conducesse il gioco in fretta e con decisioni prese alla giornata.
Raccolti tutti i dati in loco fu presumibilmente buttato già un progetto di massima. Inizialmente il proposito del duca era fondare un forte campale a dominio della darsena (quasi sicuramente quello che poi diventerà forte Stella), in modo da assicurare una prima difesa della zona. Cosimo stesso afferma: Quel forte che si far ora di terra, non servir poi a cosa alcuna. Solo in progresso di tempo decider di poggiare la piazza su tre capisaldi.
A Bellucci toccò la progettazione e la realizzazione delle opere. Inizi i lavori di quello che prender il nome di forte Stella dopo essersi consultato con Colonna e Montauto, e aver condiviso che la collina su cui doveva sorgere era la più idonea. Da questi primi giorni appare chiaro che le decisioni dei due responsabili militari ebbero molto peso nelle scelte dell'ingegnere, che anzi pare quasi subirle. Anche il tracciato dello Stella, a cinque fronti tanagliati, sembra essere farina del sacco più di Colonna che di Bellucci. Il 3 maggio Bellucci informò Cosimo che s cominciato a murare e s posta la prima pietra con le medaglie del forte Stella.
I primi dissapori tra Bellucci e Cosimo si ebbero poco dopo la visita del duca a Portoferraio. L'ingegnere, forse perché stanco di farsi imporre i progetti o poco convinto di essi, ma soprattutto non smentendo la fama di uomo poco avvezzo a voler fare di testa altrui, tentò di ampliare la pianta dello Stella durante la trasformazione da architettura campale a permanente. Informato da Colonna e Montauto, il Medici scrisse una lettera all'architetto, il 27 maggio, in cui gli ordinava di proseguire la costruzione come stabilito senza perdersi dietro sciocchezze. Bellucci si giustificò con una lettera il 30 maggio, ma ormai i rapporti erano incrinati. così Cosimo silurò il Sanmarino e lo sostituì con un altro famoso architetto.
Quando Giovanni Camerini giunse a Portoferraio ai primi di giugno del 1548, lo accompagnava la nomea di ingegnere militare più valente della Toscana. Fino a pochi anni prima aveva lavorato alle fortificazioni di Piombino. Lui porterà a termine i lavori del predecessore, realizzerà alcune opere ancora oggi degne di ammirazione e verrà considerato palesemente il costruttore di Portoferraio