Si trova nella parte alta del centro storico di Portoferraio, al culmine di una delle due colline che formano il promontorio della città. Da esso, come un terrazzo panoramico, la vista spazia di 360 gradi: sul centro e la darsena, sulla costa settentrionale dell'isola, sul mare aperto e lo Scoglietto. Si nota subito all'arrivo a Portoferraio sia dal mare che da terra, con la sua caratteristica e distintiva silhouette rossastra.
Si raggiunge facilmente salendo da piazza della Repubblica, seguendo l'ampia salita Napoleone, la via Ferrandini, o le strette e suggestive gradinata della Stella e via della Campana. Gli scorci delle sua mura ciò faranno da punto di riferimento
Sebbene sia proprietà privata è visitabile all'interno tutto l'anno. Ovviamente l'accesso è per regolamentato e con orari precisi.
Come suggerisce il nome stesso la sua pianta è irregolarmente stellare a cinque punte. Come il forte Falcone, anche lo Stella fu costruito con mattoni di terracotta, che gli regalano la caratteristica tinta rossastra, che così bene risalta sul biancore del resto delle fortificazioni medicee.
A ulteriore protezione del forte furono costruite, alla metà del Settecento, due batterie a scarpa esterne. La batteria di sinistra non esiste pi, inglobata nelle case moderne, mentre quella di destra, privatizzata, è oggi in penoso degrado, in attesa di essere inserita in un itinerario storico culturale che ne valorizzi le rilevanze architettoniche.
L'ingresso è una delle intuizioni più brillanti dell'architetto Camerini a Portoferraio, costruito in blocchi di pietra, con una cannoniera sul lato sinistro. Modificato in progresso di tempo, oggi è sormontato da tre lapidi: quella medicea, che ricorre anche sulla porta a mare; quella in onore di Napoleone; e un'altra in dedica al granduca Ferdinando III Lorena, che sostituì lo stemma mediceo. Vi si trova anche un'interessante meridiana, purtroppo in cattive condizioni, con l'antico orario italiano (ovvero la ventiquattresima ora al tramonto). Bello è l'ancora ben conservato fornice d'ingresso, con il soffitto a volta e il lastricato.
Lungo tutto il perimetro corre il cammin di ronda a galleria, in cui si aprono le feritoie per battere ogni lato con tiro di moschetto.
Sul lato sud-est si trova la seicentesca garitta di guardia, una delle poche ancora in piedi nel sistema difensivo della città.
Al suo interno si trovavano gli edifici più importanti della piazzaforte, a testimonianza che lo Stella rappresentava il centro decisionale militare della guarnigione. Il principale è il palazzo del granduca o della caserma, sede del tribunale e del governatore, a due piani e un seminterrato: al piano superiore si trovavano i la sala del consiglio di guerra, il salone del governatore e gli alloggi degli ufficiali; al piano terra la caserma dei soldati; e nel seminterrato vari magazzini. Altri edifici erano la cappella, dove si officiava la messa; due corpi di guardia; un'altra palazzina a due piani, dove si trovava la mensa dei sottufficiali; e un altro fabbricato a due piani, il carcere militare, con 11 celle. I vecchi fabbricati militari sono stati riutilizzati come abitazioni civili. Purtroppo alcuni interventi edilizi non sono stati propriamente rispettosi dell'importanza di questo monumento.
La struttura più caratteristica entro la cinta muraria è per il faro settecentesco.
Il forte Stella fu la prima opera fortificata a cui misero mano i progettisti del granduca Cosimo, appena giunti a Portoferraio. Il suo realizzatore è Giovan Battista Bellucci, che lo inizi il 27 aprile 1548, anche se il progetto e la supervisione dei lavori pare siano da attribuire a Pirro Colonna. Bellucci per costruir solo le architetture campali, poiché rimosso da suo incarico, dovrà lasciare il termine dei lavori al successore Giovanni Camerini. Il forte, che ebbe nome la Stella, spargendo le sue fortificazioni qua e l a guisa di razzi, fu portato a termine in breve tempo.
Nel 1781 il granduca Pietro Leopoldo fece rimuovere il prezioso busto bronzeo della porta (vedi nelle Curiosità), per portarlo a Firenze, alla galleria granducale (oggi museo del Bargello), ma in cambio fece costruire il faro, terminato in più di un anno e acceso la prima volta il 15 novembre 1789. Il progettista fu l'ingegnere tenente Mori. La posa della prima pietra fu salutata da una solenne funzione, a cui parteciparono il governatore della piazza tenente colonnello Paolo Bricchieri, con gli ufficiali della guarnigione e i ministri del granduca. Fu impartita la benedizione dal vescovo Pietro Vannucci.
Alla privatizzazione del forte avvenne quasi subito la smilitarizzazione, alla fine dell'Ottocento. Nel 1914 fu acquisito dall'Ilva, che a Portoferraio gestiva gli altiforni, e fu tenuto fino al 1951, quando ormai gli stabilimenti erano chiusi senza alcuna speranza di riattivazione. Lo Stella fu quindi rimesso sul mercato, senza che il comune facesse valere il diritto di prelazione. Dopo un paio di passaggi la proprietà fu polverizzata in diversi lotti.
Quando Camerini realizzò il portone del forte riservò un posto che accogliesse un pregevole busto bronzeo raffigurante il fondatore di Portoferraio Cosimo I de' Medici. L'autore è Benvenuto Cellini, che ne ricorda l'esecuzione nella sua biografia, e non manca di rimarcare il cattivo trattamento economico che ne seguì: solo ottocento scudi d'oro per ci che a suo giudizio ne valeva più di mille. Il bronzo fu portato allo Stella il 15 novembre 1557, proveniente da Firenze e scortato da Camerini, che lo descrive grande due volte che il naturale fino alla cintura e con ricchissima spoglia. Come detto fu riportato a Firenze il 2 maggio 1781, e oggi è conservato al museo del Bargello.
A proposito del faro, detto più comunemente fanale a Portoferraio, lo storico elbano Sebastiano Lambardi lo definisce il più bello e maestoso di quanti si trovi nel Mediterraneo. Lo stesso autore dice anche che dall'ingresso fino alla lanterna vi si monta per una scala a chiocciola di gradini 80, e che la lanterna stessa era illuminata da 18 a 24 lampade, con la possibilità di portarle a 30, specialmente nelle notti oscure e tempestose. Per costruirla erano state impiegate 17 mila libbre di ferro. La cupola era in lamiera di rame all'interno e di piombo all'esterno. Tutte le placche sono in cristallo di Boemia bene stagnate e talmente ché non traspira in detta lanterna la minima aria. Sulla cupola fu posta una bellissima palla dorata con la sua croce sopra.