La Leggenda di Piane alla Sughera

  • La Leggenda di Piane alla Sughera a Seccheto: L'Antico Mistero
  • , Isola d'Elba

    La Leggenda di Piane alla Sughera a Seccheto: L'Antico Mistero

    La necropoli di Piane alla Sughera, avvolta in un'aura di mistero, affascina da secoli studiosi e visitatori. Le sue rovine evocative, immerse nella macchia mediterranea, raccontano storie di epoche passate, sussurrando leggende che si perdono nella notte dei tempi.

    Leggenda vuole che la necropoli fosse un luogo sacro per le antiche popolazioni che abitavano l'Elba. I megaliti, disposti in forme circolari e rettangolari, fungevano da templi e luoghi di sepoltura per i defunti. La tradizione narra che qui si celebravano riti propiziatori e cerimonie sacre, accompagnate da canti e danze sotto il cielo stellato.

    Al centro di una delle leggende più conosciute c'è Ettore, un gigante buono e solitario che viveva in una grotta vicino alla necropoli. La sua vita tranquilla venne sconvolta dall'incontro con Maria, una giovane donna di Seccheto di cui si innamorò perdutamente. Il loro amore, però, era ostacolato da alcuni abitanti del villaggio che, invidiosi e timorosi della forza di Ettore, tramarono contro di lui.

    Ingannato e spinto a compiere un atto malvagio, Ettore fu condannato dalla strega del luogo a vagare per sempre come un fantasma tra le rovine della necropoli. Maria, sconvolta dal dolore, non si arrese e decise di sacrificare la sua vita per liberare l'amato dalla maledizione.

    Si recò alla necropoli e, con un pugnale d'oro, uccise un toro bianco, il cui sangue macchiò le pietre, creando le incisioni misteriose che ancora oggi si possono vedere.

    Il sacrificio di Maria non fu vano. Le lacrime di dolore e amore che versò sulle pietre macchiate di sangue spezzarono la maledizione, liberando Ettore dalla sua pena. I due amanti finalmente si ricongiunsero e vissero felici per sempre, vegliando sulla necropoli come spiriti protettivi.

    La storia di Ettore e Maria non è solo una semplice leggenda, ma un racconto che affonda le radici nella cultura e nelle tradizioni dell'Elba. Un racconto che ci parla di amore, sacrificio, redenzione e immortalità.

    Un'eredità preziosa che si tramanda di generazione in generazione, arricchendo il fascino di questo luogo magico e invitandoci a riflettere sui misteri della vita e del tempo.

    La leggenda è ricca di simboli e significati. Il gigante Ettore rappresenta la forza primordiale della natura, mentre Maria incarna la purezza e l'amore salvifico. Il sacrificio del toro bianco allude al tema della rinascita e della purificazione. Le incisioni sulle pietre, create dal sangue del toro, possono essere interpretate come simboli di fertilità e di vita eterna.

    la favola è un patrimonio prezioso che arricchisce la storia dell'Elba e ci invita a esplorare la bellezza e il mistero di questo luogo antico. Un invito a connetterci con il passato, a riflettere sui valori universali e a custodire la memoria di coloro che ci hanno preceduto.

    di Gian Mario Gentini

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